Poesia in lingua e in romanesco - Musica Rock, Blues, Cantautori - Canzoni "gugaslim" Dello stesso autore consulta http://gugainbreve.blogspot.com oppure http://gucanga.blogspot.com

martedì 30 dicembre 2008

CE VÒLE AMORE...


CE VÒLE AMORE…

… e ffàtejjelo fa', porcacciozzio! (1)
Che ssarebbe tutta ‘st’ostinazzione
che ‘ggni ggiorno sòrte fòra ‘n cojjone
che ddice: “S’ha da fa’ come dich’io?...”

Tutti quanti a pparlà in nome de Ddio,
tutti a ll’ombra der Zzagro Cuppolone, (2)
tutti quanti coperti i’m pricissione
a ll’ordini der Krukko (3) viceddìo…

… e a ggnisuno jje frega ch’Eluana (4)
so’ gguasi quinnici’anni ormai ch’è mmorta
e cche ‘r padre jje vòle oprì la porta

pe’ ddajje pace… Tutta ‘sta bburiana,
tutti ‘n coro, contro ‘n atto d’amore
che cchi lo fa se se strapperebbe ‘r còre… (5)

Rossopasquino, Dicembre 2008


GLOSSARIETTO E NOTE:
1. Eufemismo per evitare di pronunciare una brutta bestemmia.
2. La cupola di S. Pietro, per antonomasia lo Stato Vaticano.
3. Il Pontefice dei Cristiani, Benedetto XVI, Josef Ratzinger.
4. Eluana Englaro.
5. Non può esistere un genitore che non sia disposto all’estremo sacrificio piuttosto che uccidere un figlio.


(TRADUZIONE PER I NON ROMANI)

… e permettetele di morire, porcacciozzìo!
Cosa significa tutta questa ostinazione
per la quale ogni giorno spunta un babbeo
che sostiene: “Si deve fare come dico io?...”

Tutti a parlare nel nome di Dio,
tutti all’ombra del Sacro Cupolone,
allineati e coperti in processione
agli ordini del Tedesco, vicario di Dio…

… e non interessa a nessuno che Eluana
è morta ormai da quindici anni
e che il padre vuole aprire la porta

che le dia finalmente pace… Tutto questo chiasso,
tutti in coro, contro un atto d’amore
che chi lo compie si strapperebbe il cuore…



(guga)

domenica 28 dicembre 2008

A CCHI TTOCCA NUN ZZE 'NGRUGGNA!...


A CCHI TTOCCA NUN ZZE ‘NGRUGGNA! (*)

Fussi pe’ mme, lleoni, tigri, squali,
croccodilli, orzzi bbianchi e sserpentacci
tutti quanti annerebbero pe’ stracci: (1)
li farìa tutti fòra tal’e qquali… (2)

Dice: (3) ma ttu sei contro l’animali!
Dico: ma qquesti qqui sso’ animalacci!...
Dice: ammazzalli tutti?!... Poveracci!
Dico: è ccome accoppà li criminali…

Te pare a tte cche ll’Omo, ch’è ‘r padrone
der cèlo e dde la tèra ha dda fa’ ‘r pranzo
de ‘ste bestiacce, manco fussi u’m manzo?...

Te piace a tte èsse’ cena e ccolazzione?...
A mme nno!... E pperciò ttajja ch’è rosso: (4)
l’ammazzàmo e sse li mettémo addosso! (5)

Rossopasquino, Dicembre 2008


GLOSSARIETTO E NOTE:
(*) TITOLO: Noto proverbio: in questo caso si potrebbe tradurre con “Ognuno deve accettare il poprio destino”…
1. Se la passerebbero molto male.
2. Alla stessa maniera.
3. L’alternarsi di “Dico” e “Dice” è il tipico intercalare del romano che racconta come si è sviluppato un dialogo.
4. Traslato dal richiamo dei venditori di angurie che magnificano la qualità del prodotto che vendono nelle loro tipiche ed attrezzate bancarelle.
5. Questo è, probabilmente, l’unico vero motivo per cui il soggetto recitante vorrebbe eliminare tutti gli animali che ha nominato: farne indumenti da vendere a prezzi iperbolici…



TRADUZIONE PER I NON ROMANI:

Dipendesse da me, leoni, tigri, squali,
coccodrilli, orsi bianchi e serpentacci
se la passerebbero tutti molto male:
li ucciderei tutti senza eccezioni…

Dice: “Ma tu sei contro gli animali?”
Dico: “Ma questi sono animalacci!...”
Dice: “Ucciderli tutti?!... Poveracci!...”
Dico: “Sarebbe come sopprimere dei criminali…”

Ma ti sembra giusto che l’Uomo, che è il padrone
del cielo e della terra, debba costituire il pranzo
di queste bestiacce, come se fosse carne di manzo?...

Avresti piacere, tu, ad essere considerato cena o colazione?
Io no!... Perciò li faccio fuori senza esitazioni
e li indosso una volta trasformati in scarpe o pellicce!

(guga)

venerdì 26 dicembre 2008

TREDICI BBONI MOTIVI...


TREDICI BBONI MOTIVI... (*)

Ce lo so (1) che la ggente è ‘m po’ ppiù bbòna
quanno che ssò’ (2) le Feste de Natale
e sso ppuro (3) che ssi jje fai der male
c’è ppiù speranzza, c’è, cche tte perdona…

Però ‘na cosa, a mme, che nu’ mme sòna (4)
è dde scammià (5) lo zzucchero pe’ ‘r zzale:
si uno tutto l’anno è ‘n criminale
nun addiventà (6) ‘na bbrava perzzona!

Pijjamo (7) er commerciante: tutto l’anno
ce fa ‘m bucio de culo come ‘n zzecchio, <8>
ce maggna ‘r còre (9) come ‘n zzanto vecchio (10)

e ‘ggni ggiorno ciaggionta (11) danni a ddanno:
ma ddar venti Dicembre a Ccapo d’anno (12)
ce vòle bbene… e cce ne vò pparecchio!...

Rossopasquino, Dicembre 2008


GLOSSARIETTO E NOTE:

TITOLO: Avranno a che fare con la… tredicesima?
1. Lo so (il “ce” è pleonastico).
2. Quando sono (anche in questo caso il “che” è soltanto l’imbottitura del panino!)…
3. Pure, anche.
4. Che non mi torna; sulla quale non sono d’accordo.
5. Scambiare.
6. Non diventa.
7. Prendiamo ad esempio.
8. Ci massacra; ce ne combina di tutti i colori.
9. Ci provoca grossi danni, anche psicologici…
10. In sommo grado, senza alcuna pietà.
11. Unisce.
12. Periodo dell’anno di allegro sperpero delle tredicesime!

(guga)

giovedì 25 dicembre 2008

GESU' BAMBINA


Si chiamava Silvia.

Il resto è un grido
incagliato alla gola della madre.

Non avevano lacrime
per sopire il dolore.

Stella Cometa
crocifissa alla boccola dell'ossigeno
a due anni
il ventiquattro dicembre.


(Natale 1969)

==========

Ospedale S. Eugenio di Roma:
una tenera bimba gravemente ustionata,
un giovane infermiere impotente
scarso di tecnica poetica
ma gigante di sentimenti.

(guga)

domenica 21 dicembre 2008

COME IN UN FILM DI ALMODOVAR

Scena I
(In croci)

La generosità motorizzata
nelle file ai semafori - il disprezzo
raschiato via dal parabrezza - il duro
approccio dell'Africa
alle propaggini dell'Europa


Scena II
(Pausa)


Te ne stai lì
fermo sul pianerottolo
venditore di libri
dall'indice fratturato

indeciso

se far trillare il campanello
o urlare il tuo dolore
al condominio


Scena III
(Geometrie)


La vita è una leggera
curvatura lungo la linea
piatta dell'infinito
non essere


Scena IV
(Fashion female)


Non seppe mai d'essere
nuda

finché un giorno
esplose le sue curve
in un vestito di Armani

(guga, ULTIMO QUARTO", 2002 gennaio)

martedì 16 dicembre 2008

LE STELLE LE STRISCE GLI EROI


Disarcionati ancora
dal cuore dell’Eroe

Una lisca sospesa
nella gola
un assalto di rovi
nell’attesa

Un capestro
di idee

Il tappeto di fiamme
sotto i piedi

Gli zoccoli di fuoco

Nella vuota cornice
della storia
le lune le croci
le strisce le stelle

Chi
ha bisogno di Eroi?...

(guga, 2008 Marzo)

venerdì 12 dicembre 2008

COME ME SONI TE CANTO!...


COME ME SONI TE CANTO! (*)

Avete sempre detto peste e ccorna (1)
de quelli che nun voteno pe’ vvoi
e adesso ve mettete a ffa’ ‘r cau-bboi (2)
pe’ qquarche cconticino che nun torna?!...

Si, lo so che Zzi’ Pietro (3) ormai ve sforna (4)
quattro paggnotte ar giorno (5), ma cche vvòi?: (6)
a ddìlla chiara chiara (7) tra dde noi
nun zze po’ ddì <8> che ssii ‘na cosa ssciorna! (9)

Ditejje (10) a qqueli quattro monnezzari (11)
che vve difènneno (12)‘n televisione
che sse ne vàdino a mmaggnà ‘r zzapone (13)

e a rilèggese li vocabbolari!
Perché l’offesa, caro Sor Bisscione (14)
l’àte (15) ‘nventata voi… e mmò stàmo pari! (16)

(Rossopasquino 2008, Dicembre)



GLOSSARIETTO E NOTE:
(*) Proverbio: Mi adeguo al tuo modo di agire!

1. Parlare nel peggior modo possibile di qualcuno o qualcosa, infarcendo il discorso di offese e improperi.
2. Vi mettete sul piede di guerra.
3. L’On. Antonio Di Pietro, protagonista di Mani Pulite, Segretario Nazionale dell’Italia dei Valori, personaggio molto inviso ai mammasantissima del Popolo delle Libertà.
4. Vi tira fuori, vi sbatte in faccia.
5. Un’infinità di cose spiacevoli ogni giorno.
6. Che ci vuoi fare?!... E’ la logica conseguenza di un vostro precedente comportamento al di fuori delle regole…
7. A parlare sinceramente.
8. Non si può dire.
9. Che siano tutte sciocchezze, stupidaggini.
10. Dite.
11. A quegli esseri insignificanti e repellenti.
12. Vi difendono (sempre e comunque…)
13. Invito rivolto a chi le spara grosse, raccontando cose incredibili, fandonie, fanfaronate e simili
14. Indovìnala, grillo!...
15. L’avete.
16. E adesso abbiamo pareggiato il conto!


(guga)

giovedì 11 dicembre 2008

SURSUM CORDA (gugaslim)




A chi trattiene il pianto perché l’uomo non piange
A chi si cura l’anima nel Tevere o nel Gange
A chi paga i suoi debiti lavandoli nel sangue
A chi non deve chiedere perché ha le gambe lunghe

A chi chiede perdono perché non trova il pane
A chi ha comprato un gatto e abbandonato il cane
A chi smaila le le labbra che neanche un pescecane
A chi sorride ambiguo alla parola “pene”

A questi tutti questi
A questa gente sorda
Io dico a tutti questi
“Compratevi una corda!”

A questa tutta questa
Questa gente di merda
Regalo il mio consiglio
“Compratevi una corda!”

Un po’ di coraggio
Un po’ di sapone
E un po’ d’emozione
per l’ultimo viaggio


A chi urla da Roma ch’è tempo di pentirsi
A chi nasconde il sole nei pacchi natalizi
A chi ama le donne soltanto l’otto marzo
A chi veste di nero per essere più smilzo

A chi non vede niente più in là del proprio naso
A chi vende parole cadute dal ginnasio
A chi trova un amico quando si sente appeso
A chi si gioca il 13 fuori da nove mesi

A questi tutti questi
A questa gente sorda
Io dico a tutti questi
“Compratevi una corda!”

A questa tutta questa
Questa gente di merda
Regalo il mio consiglio
“Compratevi una corda!”

Un po’ di coraggio
Un gancio un banchetto
E con un calcetto
Affronti il tuo viaggio

(2005)

sabato 6 dicembre 2008

CORO MUTO


È il silenzio il destino dei Poeti –
non canti di vittoria – non peana
trionfali – né lamento per i passi
trascinati nel golgota dei giorni.

Allo squillo orgoglioso degli ottoni
di guerra – all’urlo gutturale nato
e morto con l’Eroe – sordo è il Poeta
chiuso nella corazza del non detto.

Altri diranno – altri canteranno
lodi e condanne – con le frasi arse
dall’amore e dall’odio – ma il Poeta

con i suoi fogli bianchi dentro il cuore
muto negli occhi – muto nella mente –
è inchiodato a una croce di parole.



(guga - 2008 Dicembre)

venerdì 5 dicembre 2008

I.N.R.I.



Quando
è croce ogni fusto
ogni allodola un chiodo
e martello ogni frutto

Quando il Poeta –
il Giusto –
si addentra nel bosco


(da "POESIE DELLA PENOMBRA", marzo 2007)

venerdì 28 novembre 2008

... E TI RIPENSO

























E ti ripenso – sola – sulla strada –
il bel viso dolente – che ti fermi
per contrastare il dèmone che sale
dallo stomaco agli occhi – che mi vedi

e sorridi – che ti abbraccio e mi stringi
però ti manca il fiato per parlare.
E ti ripenso – madre – solidale
coi figli che non devono sapere.

Ma il fiume è straripato – la corrente
ha nascosto il tuo cuore ai nostri occhi
e ti ripenso – viva – sul tuo letto.

E ti ripenso –spenta – ancora bella
anche se offesa dalla chemio – stanco
vecchio bambino sulle tue ginocchia.

(2008, Novembre)

domenica 23 novembre 2008

LA SPESA DE NATALE




































L’avete intesa(1) l’urtima der Nano? (2)
“Spennéte,(3) fijji, che ssi vvoi comprate
superàmo la crisi e vve sarvate
e ssarverete er popolo itajjano…”

Razza de sscemo, stronzzo cispadano!...(4)
Guarda si è ttempo de fa’ ‘ste ciciate!(5)
Che sse compràmo?... Un chilo de patate (6)
e gguarda sì che tt’ariman’i’m mano!...(7)

Lui dice bbene, che li bbarbettoni<8>
jje sòrteno de fòra(9) da ll’orecchie!...
Co’ cche ppagàmo noi: co’ le petecchie?(10)

Jje dàmo serci(11) ar posto de ddobbroni?<8>
Cambia bbattute, Bbasso de Cojjoni!,(2)
perché qqueste che ffai so’ ppropio vecchie…

(Rossopasquino 2008, Novembre)



GLOSSARIETTO E NOTE:

1. L’avete sentita…
2. Indovìnala, grillo!...
3. “Spendete, fate circolare il denaro…” è l’ultima geniale proposta del personaggio della nota 2.
4. Per i veri romani, tutto ciò che si trova al di sopra di Firenze, è “cispadano”!
5. Moine, leziosaggini, sdolcinature.
6. Un acquisto di infimo valore, ai limiti della sussistenza…
7. “… e guarda cosa ti rimane dentro il portafogli!”
8. Bigliettoni da 500 euro.
9. Gli escono.
10. Cose senza valore, centesimi di euro.
11. Sassi, pietre.



(guga)

giovedì 20 novembre 2008

TROMMA DE CULO SANITA' DDE CORPO...


Mollate,(1) Sor Maé, certe pernacchie(2)
che ‘mmanco(3) ne li tempi de ‘Duardo! (4)
Eh, sì!... Verbo sgancià(5) séte gajjardo(6)
un vero bombardiere senzza macchie…(7)

Co’ qquela voce llì fate er majjardo(8)
ma a ssentivve parlà tanti s’abbàcchieno!(9)
Er grillo sòna, le ciovette(10) gràcchieno
e vvoi tromma(11) de pelle de petardo!

Cristodeddìo!, fate certi discorzzi
che ‘mmanco(3) in ne ll’Antartico Polare
se sènteno de fa’(12) le foche e ll’orzzi!

Fijjolo mio, co’ le vostre fanfare
de bbassi schioppettanti e acuti bborzzi(13)
le notti bbujje ce le fate chiare!...(14)


Rossopasquino, 2008 Novembre


GLOSSARIETTO E NOTE:

1. Emettete.
2. Peti, Scorregge.
3. Neanche, nemmeno.
4. Eduardo De Filippo, il grande commediografo, attore e regista napoletano che rese celebre il “pernacchio” nel famoso film a episodi “L’oro di Napoli”:



5. In quanto allo sganciare (vedi nota 1).
6. Gagliardo, forte, efficace.
7. Un po’ sulla falsariga di “Cavaliere senza macchia e senza paura”!
8. Il maliardo, il fine dicitore (ovviamente inteso con sarcasmo…).
9. Si deprimono, vanno in sofferenza.
10. Le civette, ma forse il parlante voleva dire i corvi…
11. Tromba.
12. Si sentono fare da…
13. Bolsi, loffi.
13. Verso "montaliano" dalla poesia VALMORBIA: "Le notti lunghe erano tutte un'alba..."

(guga)

mercoledì 19 novembre 2008

LA FACCIA NASCOSTA DELLA LUNA


il Dolore per Voi è un'esercizio
di riscaldamento
pura teoria
nella Vostra Poesia
dura il Tormento

ma il Dotto Esperimento
non ha il vomito nei pantaloni
nè croste tra le dita
l'Acuta Partitura
non è sporca di sangue
non odora di urina

le Vostre Stanze sono sterili
perle incontaminate
camere operatorie
inattivate

i miei endecasillabi
hanno combattuto malattie
sconosciute

hanno sfilato cateteri
inserito sonde
tamponato emorragie
intubato moribondi

i miei sonetti hanno la febbre
che non recede
il cuore che cede
in un ruggito
respirano l'ossigeno
del giorno sfinito

i miei distici sono rotaie
che puntano dritte all'inferno
le Vostre Poesie non valgono
le siringhe sprecate
per iniettarle all'eterno

(da "DISANCORATO", 1991)

lunedì 17 novembre 2008

NON TI PERDONERO'... (slim-guga-slim)

Perché ho scritto questa canzone?
Sono sempre stato affascinato dalla figura del Cristo.
Del Cristo "uomo".
Non so se lui fosse davvero convinto di essere il figlio di Dio e, proprio per questo orfano di padre, emotivamente attaccato alla madre.
Quello che lui rimprovera al suo padre divino, un attimo prima di morire, non sono le sofferenze del tradimento e della crocifissione, ma il dolore straziante di Maria, le sue lacrime innocenti.
Gli dice: "Se tutto era già scritto, cosa c'entrava lei?..."
Lo implora di sollevarla dalla pena insopportabile e "... se non lo farai non ti perdonerò..."

Slim si è accostato a questo testo con rispetto maggiore del solito: ha ricamato sinfonie con l'abilità di un professionista ed ha realizzato quella che potremmo considerare la nostra "opera summa".
La sua voce è partecipe, più appassionata del solito e, ultimo ma non per importanza, il video in tema stringente con il racconto della canzone.


NON TI PERDONERO'

… e venne un fanciullo nel Tempio
e discuteva coi Saggi
ed insegnava ai sapienti del Tempio.
Nessuno sapeva da quale tribù discendesse.
“Sono il figlio di Dio – egli disse –
e un giorno sarò il vostro Re…”
Chi fosse sua madre nessuno sapeva


Da questa torre padre
Dove m’hai fatto Re
Sento piangere mia madre
Lamentarsi per me
Se tutto era già scritto
Cosa c’entrava lei?...
Io per questo delitto
Non ti perdonerò

Io ti perdono per la mia nascita
In una stalla tra gli animali
Io ti perdono per la mia crescita
Con pochi giochi e troppi ideali
Io ti perdono per i miracoli
Che mi hanno fatto presto profeta
Io ti perdono per i miei anni
Passati vergini senza una donna

Però tu libera
Lei dal dolore
Restituisci
Pace al suo cuore
Non farla urlare
Ai miei ginocchi
Riporta il cielo
Dentro i suoi occhi

Io ti perdono il sacrificio
I Farisei e i falsi amici
Io ti perdono il campo di ulivi
I falsi morti e i falsi vivi
Io ti perdono il mio destino
Fatto di sputi di sangue e spine
Io ti perdono per questa croce
Per queste labbra senza più voce

Però tu libera
Lei dal dolore
Restituisci
Pace al suo cuore
Non farla urlare
Ai miei ginocchi
Riporta il cielo
Dentro i suoi occhi

Se questa folla padre
Che m’ha chiamato re
Mette in croce mia madre
Mettendo in croce me
Tu ferma quelle mani
Che colpiscono lei
E se non lo farai
Non ti perdonerò


(guga)

giovedì 13 novembre 2008

A IGGNUNO ER ZZUO E 'R LUPO A LE PECORE..(1).


U'm mijjone de profughi?... Er Ruanna?!...
Ma 'sto Ruanna qqui, ddov'arimane?...(2)
Nu' mme di' che nun cianno 'm po' dde pane!
Ma in qquer Ppaese llì, chi cce commanna?...

Oh!, nun zze ne pò ppiù dde 'sta condanna
ch'accenni quer televisore cane
e ppe' ggiorni, che ddico: settimane!,
dovunque vedi ggente che sse scanna...

Pòracci!, me dispiace... Ma nnoi puro
ce n'avèmo de cazzi:(3) le mancanze,(4)
la macchina, la casa, le vacanze:

da sbatte' la capoccia (5) addoss'ar muro!
Antro che ppròfughi!... Antro che ffame!...
Ce ll'hanno, loro, 'sto Govern'infame?!... (6)


(Rossopasquino, 04/11/96)

GLOSSARIETTO E NOTE:

1. Proverbio: ad ognuno il suo destino...
2. Dove si trova, in quale parte del mondo?...
3. Ne abbiamo di problemi!...
4. Le sospette gravidanze.
5. La testa.
6. L'A. non ricorda chi ci fosse al governo del Paese in quell'inizio di Novembre del 1996, ma ciò non inficia in alcun modo il dramma della situazione denunciata nello sproloquio del soggetto parlante nel sonetto...


mercoledì 12 novembre 2008

EPPURE GRAFFIAVA (Pierangelo BERTOLI: un grande troppo presto dimenticato)

La vita non è stata tenera nei confronti di Pierangelo Bertoli: il cantautore emiliano, costretto sulla seggiola a rotelle, ha comunque reagito con un coraggio che lo ha portato a conquistare il cuore di milioni di persone di tutte le età e condizioni sociali.
Ma, soprattutto, dei giovani e degli sfruttati, dei più poveri, di coloro che non hanno mai avuto diritti e, in qualche caso, dolorosamente, neanche doveri...
Le sue canzoni non sono mai banali: dure e poetiche, prendono di petto il problema e lo sbattono in faccia agli ascoltatori e chi non vuol capire si rivolga pure alla disco-music o alle melense canzoncine dei vari festival che infestano la penisola.
La sua voce melodiosa e potente provoca forti emozioni, il suo sound che svaria dalla ballata classica al rock più duro è moderno e trascinante.
Se lo sono dimenticato tutti, come non fosse mai passato sulla scena musicale italiana.
Per quanto mi riguarda lo colloco all'altezza dei De André, dei Battisti, dei Guccini, dei De Gregori e lo voglio riproporre in alcune delle sue canzoni più note:

IL PESCATORE


EPPURE SOFFIA


IL CENTRO DEL FIUME


CACCIA ALLA VOLPE


ROSSO COLORE


(I video sono tratti da YouTube, il curatore è mosso soltanto dal grande amore per l'artista: se involontariamente è incappato in qualche infrazione con la SIAE è pronto a fare ammenda e scusarsi con i legittimi eredi)

guga

martedì 11 novembre 2008

SORELLE D'ITALIA

Le altissime slave
che le nostre donne – condannate
ad essere mogli – odiano
sottovoce.

Le piccole filippine – che la mattina
della domenica – cattoliche formichine –
affollano il sagrato.

Le misteriose cinesi –
gli antichi sorrisi lasciati lontano –
e il loro italiano
appreso in un pugno di giorni.

Le grandi donne africane – vestite
di povertà e di fierezza – svestite puttane
nel nome del VooDoo.

Saranno le Madri
di un altro Paese.




(2008, Novembre)

venerdì 7 novembre 2008

SIGARETTE (slim-guga-slim) - il Video


SIGARETTE

Vivi attaccato ad un filo di fumo
bussi al tuo cuore non apre nessuno
però lo sai che qualcuno ti aspetta
ti siedi ad accendi la tua sigaretta

Esportazioni e minerva
stasera mi butto sull'erba
certo mi sparo una canna
e poi "Vaffanculo Susanna!..."


Biondo castano vestita di bianco
è tanto tempo che gioco e non vinco
però la fortuna è lì che mi aspetta
mi siedo ed accendo la mia sigaretta

Pacchetto duro con filtro
che oggi mi sento già un altro
sento ch'è un giorno felice
per cui "Vaffanculo Beatrice!..."


Quattro boccate e ti bruci le dita
quattro domande e ti bruci la vita
però lo sai che la vita ti aspetta
ti siedi ed accendi la tua sigaretta

La macchinetta infernale
si frega il resto e non vale
pagarle €uro cinquanta
per cui "Vaffanculo Samantha!..."


La nicotina ingiallisce la mano
ormai la notte dipinge il mattino
però in qualche posto qualcuno ti aspetta
mentre dai fuoco alla tua sigaretta

Con il pacchetto già vuoto
ti senti come un neonato
che succhia un seno deserto
per cui "Vaffanculo anche Alberto!..."




(guga)

SENZA PESO


Le ali che si agitavano erano solo del mare:
seppe – il gabbiano – che non avrebbe potuto volare

in quel mattino di vento. Sorpreso
planò sulla sabbia arruffata – un momento
d’amore negato – oppure sospeso.

E vide le barche lottare con braccia di sale –
sentì nelle orecchie il maestrale – negli occhi
e nel cuore gli scrocchi di fumo dell’onda
impennata – saltò sulla sponda di un nuovo coraggio.

Si rituffò nell’oltraggio del cielo
e fu senza peso.


(Aprile 2004)

MA 'STA CRISI, CHE D'E'?...


(Nell’anno 1998, in meno di dieci giorni, dal 13 al 22 Ottobre, si consumò uno dei più grossi misfatti della politica italiana: il primo Governo Prodi, giunto ad un punto di insostenibile frizione con Rifondazione Comunista, andò in minoranza a causa della sfiducia votata in Parlamento dai rappresentanti del Partito di Fausto Bertinotti, insoddisfattissimo alleato “atipico” del Primo Ministro bolognese.
C’erano, nelle intenzioni di Bertinotti, nuove elezioni e l’occasione di contrattare una nuova alleanza con la possibile nuova maggioranza di Centrosinistra che sarebbe scaturita dalla consultazione elettorale.
Ma aveva fatto i conti senza l’oste!
E l’oste rispondeva al nome di Massimo D’Alema e lo stato maggiore del PDS che, con un vero colpo da corsari della politica, fecero un accordo brevi manu con Francesco Cossiga, Umberto Bossi e i dissidenti di Rifondazione, Armando Cossutta e Oliviero Diliberto, fecero fuori l’inviso Professore bolognese padre dell’Ulivo e portarono il Baffetto di Gallipoli alla Presidenza del Consiglio, con grande scorno, per opposti motivi, del Comandante Fausto Bertinotti e dei caporioni del Popolo delle Libertà, Silvio Berlusconi in testa.
L’irriverente Rossopasquino raccontò, a modo suo, tutto questo minestrone di tradimenti, imbrogli e ipocrisie che ottennero l’unico scopo, a tre anni di distanza, di rendere praticamente imbattibile il Centrodestra…)



1.
A la faccia der torzzo de Kossutta
e dder bbojja ‘Liviero Dilibberto,
er Governo è ccascato a cculo aperto
senzz’arivà, pperdìo!, ‘manco a la frutta:
“Nu’ mme diverto ppiù, nu’ mme diverto…”
jj’ha ddetto Bbertinotti a la combutta
de ggentajja bbuciarda e ffarabbutta,
“perciò vve llevo er certo pe’ ll’incerto!…”

Nun ve dico li zzompi der Bberlusca!…
Nun ve dico li pianti de D’Alema!!…
Nun ve dico li schizzi de la crema
der Polo, stufo marcio a ‘nghiottì ccrusca!!!
Che llaggne, che stornelli, che ppoèma:
“Ma ttu gguarda che sscemo!… Che cciabbusca?…”
E ttutti a ddajje ggiù dde strijja e bbrusca…
Tutti quanti cor ggroppo o ccor patèma!

Intanto Mastro Fausto, perzzuaso
d’avè ffatto ‘na mossa malandrina,
nemmeno se li caca!… Stammatina
jj’ha ffatto: “Invece de sta a storce er naso,
guardate ‘m po’ si nun ve pare ‘r caso
de fa ‘na Finanzziaria più ppaina…”

Fiato spregato!… Demosinistrati,
Demopapponi, Verdi, Griggi e Rosa
se prepareno a ffà ttutt’antra cosa,
‘sti rottinculo, maggnafreggna nati:
zzàppeno l’orto inzzieme co’ li frati
de Padre Kekko!… “E Pprodi?…” “S’ariposa!…”

13/10/1998


2.
Quelli che hanno sarvato mezza faccia
so’ stati solo Bbertinotti e Pprodi
che hanno saputo ssciojje ‘m po’ dde nodi
e ‘r giorn’appresso nun zzo’ iti a ccaccia:
Kossutta ha preso er pane pe’ ffocaccia,
Dilibberto s’è appeso co’ li chiodi,
Marini ha ‘ncominciato a ffà le frodi
co’ Kossiga e Dd’Alema jje le spaccia…

Pe’ nu’m parlà ppoi de ll’Opposizzione!
L’avete visto Pescelesso Fini
pe’ mmano a qquer croccante de Casini
fà ffesta inzzieme ar Nano Sberluffone?
L’àte svagato Bbruno er Vespillone
a ggiocà co’ li soliti paìni,
nani, streghe, kapò, finti bburini,
a bbocch’uperte a la Televisione?!…

Adesso Padre Oscar’er Pretazzo,
che jj’hanno messo la patata i’mmano,
la ggira e la riggira piano piano
puro si er Polo jje sta a rompe’ ‘r cazzo:
“De soluzzioni – dice – ce n’ho ‘m mazzo,
pevciò nu’ state a ffà tvoppo bbaccano…”

De elezzioni nemmeno se discute!
Dice: “Io so’ contvavio pe’ nnatuva
a ‘ntevvompe ‘n’antva leggislatuva:
dunque bbò’m pvo vve facci e a la salute!…”
Inzzomma, o sso’ vveleni o sso’ ccicute,
quattro stronzzate e ppassa la paura!…

14/10/1998


3.
Contrordine, Compaggni!… Don Romano,
che a ssentillo pareva Don Chissciotte,
s’è mmesso a vvenne provole e ccaciotte,
più bbuciardo der Bullo Cispadano…
Dice: “Vabbè… Si pposso dà ‘na mano…
Quarche pporpetta me la devo iggnotte,
co’ ttutti ‘sti gran fijji de miggnotte
pronti a ‘ggnottisse er Popolo Italiano…”

S’è llassato convince’ dar Pretazzo
a ssentisse co Kkekko er Gradiatore
onne pe’ ccui la quale er Zzenatore
jje po’ risorve’ ppiù dde ‘n inbarazzo!
Siconno me, nu’ jj’arisorve ‘n cazzo,
quer zzardeggnolo de ‘m picconatore:
ar massimo farà ‘m po’ de rumore
pe’ straformà in casino lo schiamazzo!…

Però, intanto, Kossutta er Ciriolone
pare che sse sii reso disponibbile,
robba che ‘mmanco Farisei e Scribbi
a li tempi de ‘Rode e dde Nerone!
Ma che ccazzo ciavrà drent’ar cestone,
er Zzor Armanno, pe’ ffà ll’incredibbile?…

A ddestra strilli pianti ed arti guai
risòneno pe’ ll’aria… Sberluffone,
rosso’ncazzato come ‘m peperone
dice a Kkossiga: “Ma ‘ndo’ cazzo vai?!…
Possibbile che nun cciazzecchi mai??…
Perché ssarvi le chiappe ar Balanzone??!…”

15/10/1998


4.
Da Kossiga a Kossutta, pe’ Dd’Alema!…
A Pprodi jj’hanno dato lo scaccione:
jj’hanno fatto subbì ‘n’umijjazzione
che jj’è vvenuto ppiù de quarch’ezzèma!
A ddestra stann’a ffà ‘n antro poema:
er Bambolotto, er Nano Sberluffone,
Mussofini, Minkiù, l’Omo Cannone
assatanati a ccriticà er zzistema…

Che fijjo de ‘na vacca, quer Pretazzo!
Jj’aveva detto: “Bbelli, ggnente cvisi:
io ve vojjo tvanquilli, no ddivisi,
vojjo tutti che state dvent’a’m mazzo!…
L’elezzioni?… Chi vve le dà?!… Fvaccazzo!!
Io, fva sei mesi, possiat’esse’ accisi!,
me ne vojjo annà vvia fva li sovisi
e nno appeso a la gola pe’ vvampazzo…”

So’ ffinite le Messe a Ssan Gregorio:
er Gradiatore co li Communisti,
li Kossuttiani co’ li Pidduisti
tutt’in fila, com’appress’ar mortorio,
hanno fatto er più grosso Conciastorio
de frégoli, ggirelle e straformisti!

E ‘r popolo, che ffà?… Se ne strafrega:
fra Supergolli e Ssuperenalotti,
fra scuregge e ppernacchie, fa li bbotti
fottennosene assai de ‘st’antra bbega!
Che ffaccio io?… Me sto a sparà ‘na sega
inzzieme cor Compaggno Bbertinotti!…

20/10/1998


5. KOSSI-KOSSU UNO

Che fijjo de ‘na caggna, quer Bbaffetto!
Quann’ha ddovuto sscejje, cazzo!, ha sscerto
er Compaggno ‘Liviero Dilibberto
Ministro de Ggiustizzia… Bbell’effetto!
Uno penza: “’Stavorta, quer Nanetto
de ‘n Zzerpentone sta ‘m pochetto aperto
che nun ce serve mànica d’esperto
pe’ ccapì che jje sgareno ‘r culetto!”

Infatti er Cavajjere Sberluffone
strilla come ‘n ossesso: “Truffa!.. Truffa!!…
E’ ‘n Governo fantasma: sa de muffa!
Jje faremo ‘m ber po’ dd’opposizzione!…”
Dice che pprima de la votazzione
er Polo farà ttanta de bbaruffa
che ‘r zzangue lo vedranno score auffa
in Zzenato, a la Cammera e… ‘m barcone!

Siconno me se sta a sgolà ppe’ ggnente:
a Dd’alema e Kossutta ’m penzzierino
pe’ mannà a ffasse fotte er malandrino
nu’ jje passa nemmanco pe’ la mente!
‘Sto fijjo de ‘n Ghiacciolo e dde ‘n Zzerpente
seguiterà ttranquillo a ffà ‘r paìno…

Seguiterà ttranquillo a ffà li sòrdi
co’ le Tivvù e cco’ ll’Assicurazzioni,
tanto ‘sto popolo de pollacchioni
è ‘m popolo de cèchi, muti e ssordi:
se fà rosicà ‘r còre da ll’ingordi
e a li ladri li mette su li troni...

22/10/1998



(Note):
ER CIRIOLONE,
ER ZZOR ARMANNO,
KOSSUTTA: Armando Cossutta, fondatore dei rifondatori.

‘LIVIERO DILIBBERTO: Oliviero Diliberto, rifondatore scissionista.

BERLUSCA,
CAVAJJERE SBERLUFFONE,
NANETTO,
NANO SBERLUFFONE
SBERLUFFONE
SERPENTONE: Silvio Berlusconi, leader dell’Opposizione di Centrodestra.

MASTRO FAUSTO: Fausto Bertinotti, Segretario Di Rifondazione Comunista.

ER GRADIATORE,
ER ZZENATORE,
KEKKO ER GRADIATORE,
PADRE KEKKO: Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica.

MUSSOFINI,
PESSCELESSO FINI: Gianfranco Fini, Presidente di Alleanza Nazionale.

BRUNO ER VESPILLONE: Bruno Vespa, Presidente della Terza Camera del Parlamento Italiano, la trasmissione TV “Porta a porta”.

ER PRETAZZO,
PADRE OSCAR: Oscar Luigi Scalfaro, Presidente della Repubblica.

BALANZONE,
DON ROMANO: Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri.

BULLO CISPADANO: Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord.

BAMBOLOTTO: Pier Ferdinando Casini.

OMO CANNONE: Giuliano Ferrara, Direttore del “Foglio”.

KOSSI-KOSSU: Il Governo D’Alema, sostenuto dagli “uomini d’onore” Cossiga e Cossutta.

BAFFETTO: Massimo D’Alema, neo Presidente del Consiglio, pugnalatore a tradimento del Presidente Prodi.

domenica 2 novembre 2008

GENESI


Il primo giorno Dio creò i Poeti
il secondo giorno la notte

E poi ancora la notte
e poi ancora la notte
e poi ancora la notte
e poi ancora la notte

Il settimo giorno morì

Sono stati i Poeti ad uccidere Dio?
Sono stati i Poeti a incendiare la notte!

sabato 1 novembre 2008

ARACNOFOBIA


i pantografi sollevati sull’ansia
delle correnti

il sibilo dell’elica
ritmo sulle rotaie

avamposti nella tempesta

non di altezzosi parafulmini
o catene di pioggia
dall’àncora alla prua

non di vagoni che ingoiano
il mare
o vele
che strappano il vento

ma di sirene
di fili di seta
che fissano alla tela il passeggero


(da POESIE DELLA PENOMBRA, 2008 Marzo)

venerdì 31 ottobre 2008

PIAGGNISTEO DE LO STATALE*


Ma ddico(1) dimme 'mpo', ma 'sta “bbrunetta”(2)
ch'a nnoàntri(3) ce dice fannulloni
nun è ora de dajje la paghetta (4)
e sservijje du' carci a li cojjoni?...(5)

No, perché ddico... Statte bbòno!... Aspetta: (6)
pare che gguadambiasse(7) li mijjoni
senzza fa 'n cazzo<8>, pare, la maschietta(9)
più ppeggio(10) de li peggio forchettoni!(11)

E, ddico, adesso rompe li zzarelli(12)
a nnoàntri(3) e sse 'nventa, l'infamona!,
li Medichi Fiscali e li tornelli...(13)

Ar monno nun c'è 'na perzzona bbòna!
... e sse sprèmeno tutti li ciarvelli(14)
pe' mmannà le facenne a la carlona!(15)

(Rossopasquino, 2008 Ottobre)



GLOSSARIETTO E NOTE:

*TITOLO: Lamentazioni del dipendente statale.
1.Intercalare tipico romanesco, quasi una balbuzie mentale.
2.Equivoco furbesco riferito al Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, trasformato addirittura in una femmina...
3.Noi (ma il pronome con le sue vocali larghe e trascinate sta quasi ad indicare un'appartenenza di classe).
4.Darle la ricompensa che merita (detto in tono minaccioso).
5.Prenderla a calci sui testicoli (la qual cosa fa a pugni con l'appellativo “brunetta” appioppato al Ministro!).
6.Stai buono!... Aspetta un momento (sottinteso: adesso sentirai che notizia!).
7.Guadagnasse.
8.Senza meritarseli, a buon mercato, indebitamente...(Il soggetto parlante si riferisce, forse, ad alcune notiziole circolate in rete secondo le quali il solerte e severo Ministro non fosse tale quando si trattava di farsi gli affari suoi...)
9. Continua l'equivoco burlesco sul cognome dell'On. Brunetta.
10.Superlativo... superassoluto, frequentemente usato dai romani.
11.Profittatori, speculatori (particolarmente riferito ai politici).
12.Come dire “rompe i coglioni”.
13.Le visite fiscali a casa dei dipendenti in malattia e gli ostacoli girevoli controllati all'ingresso dei posti di lavoro.
14.E tutti cercano di inventare qualche marchingegno.
15.Per far sì che le cose vadano alla meno peggio (naturalmente dal punto di vista – interessato! - dell'impiegato protagonista del sonetto...)


(Note a cura di guga)

giovedì 30 ottobre 2008

LA CORSA (slim-errebi-guga-slim)

Canzone autobiografica di persona, per differenti motivi, cara ai due autori...




(a cura di guga)

TU LO SAI (guga-slim): IL VIDEO (slim)

Dopo la melodia, l'arrangiamento e il canto, il grande SLIM si supera confezionando un VIDEO a dir poco superlativo! Buona visione e buon ascolto!!





mercoledì 29 ottobre 2008

OCCHI DI PLASTICA ALI DI VETRO


La morte aveva occhi di plastica ed ali
di vetro

Nel vento dei respiratori in silenzio
di pietra

Non aveva neanche un minuto
e tutto il tempo del tempo

Accarezzava
le tue mani calde
le mie urla smorte


Maggio 1989

martedì 28 ottobre 2008

ROSSA

(al Compagno Guido, ché non si perda nella memoria...)


gli assassini hanno coperto di muschio l'attesa della vigilia

dal Paese di Utopia sono entrati nel gioco con armi giocattolo
seminando proiettili giocattolo hanno brindato nel sangue del Compagno giocattolo

intensa ora sbigottita la lanugine del tempo toglie dal capo al moribondo

non albe né fuochi ardono sgomente tenebre impallidite nell'urlo
si sono infranti i minuti sull'asfalto nel mattino con denti di pioggia

confusi nella folla ed alla folla ostili feroci detumescenze vivono


(1981)


(Nota fuori testo): Ho scelto il verso lungo perché nell'officina del poeta non ho trovato altro artificio, diversa figura retorica che potesse rappresentare l'arresto del respiro conseguente all'urlo infinito ed angosciante dei mitra e dei kalashnikov.

venerdì 24 ottobre 2008

AL DIO FEROCE


(ai martiri del terrorismo)


soltanto strapperemo ai loro occhi
immagini sognate - lungamente
purificate - dove il pianto antico
insopito dolore non acquieta

e l'arso fico d'india della storia
immoto al sole di remote facce
d'amore odio assoluto nutrimento
disarmato e violento - vetta e abisso

immolandoli al dio feroce - questo
soltanto strapperemo ai loro occhi

(1978)

giovedì 23 ottobre 2008

TO FANYA FOR ANGELA



Con trentamila dita nella gola
La strada vomitò il fecaloma.

Con rinnovati abiti ricevette
Sulla lingua la particola Fanya.

Arroventato il tramonto
Piroettò su se stesso e precipitò
Nell’imbuto rosso dell’urlo.

Rantolando - la notte
Il corpo avvizzito offrì
Alle cure rabbiose
Dei canti e gli slogans.

(da “CANCELLARE LE STELLE”, 1970)


NOTA:

La poesia è dedicata, per interposta persona – la sorella minore Fanya – alla militante per i diritti del popolo nero Angela Davis, incarcerata per le sue idee dal governo americano.
Fanya, al fine di portare la “via crucis” della sorella a conoscenza di tutto il mondo, intraprese un lungo viaggio anche tra le capitali europee.
A Roma fu accolta da una moltitudine di 30.000 persone acclamanti e partecipi, tra le quali l'autore di questo testo.

mercoledì 22 ottobre 2008

ER BOBBO!... (1)



Misse Governo Bbisse(2), in gonnellino
accanto ar Presidente der Conzzijjo,
paréveno(3) lui 'r Mago lei 'r conijjo,
lui un farcaccio lei 'm passerottino...

Berluspuffo(4) ha ccacciato quarche artijjo:
ha ffatt'er bullo contro Waterino(5)
e ha mminacciato:” Chi ffarà ccasino(6)
va ddritto ar gabbio(7), ggiuro su mmi' fijjo!!... “<8>

Ma io vojjo sperà cche li studenti,
come fecero ggià nner Sessantotto(9),
jj'appoggino, ar Bausscia(10), 'm ber cazzotto

sur gruggno(11) e 'n gran carcione su li denti!
... e spero puro(12) che li miscredenti
di-essini nun zziino cacasotto!(13)

( 2008 Ottobre, 22)


GLOSSARIETTO E NOTE:

(1)Immaginario ectoplasma che le buone mamme romanesche invocano per spaventare i loro bambini capricciosi e disobbedienti.
(2)Mariastella Gelmini, Ministro dell'Istruzione, Miss Governo in seconda perché la vera, autentica, insuperabile Miss Governo è il Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, inspiegabilmente nemica giurata delle lucciole...
(3)Sembravano.
(4)Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
(5)Walter Veltroni Segretario Generale del Partito Democratico.
(6)Chi farà chiasso, confusione (nello specifico tutti coloro che cercheranno di occupare le Università).
(7) Va a finire di filato in prigione.
(8)E' molto nota in tutto il mondo la propensione dello Zar Berlusconi I di Arcore a giurare (anche il “non proprio vero”) sulla testa dei poveri zarewich...
(9)Mitico periodo, da citare con la maiuscola, quando gli studenti di tutto il mondo fecero tremare i governi di tutti i Paesi occidentali, Italia compresa.
(10) Termine rubato al dialetto meneghino che ben si adatta al Puffo Sbruffone.
(11) Sulla faccia, in pieno viso.
(12) Anche.
(13) Timidi, paurosi, incerti, come purtroppo per tante volte si sono dimostrati i dirigenti del Partito Democratico.

(a cura di guga)

martedì 14 ottobre 2008

GUGACOMP#1 - Un po' di sana musica!...



FORZA, RAGAZZI!...
Sono ben 23 brani di grandi, grandissimi del rock: Chuck Berry, Elvis Presley, Led Zeppelin, Rolling Stones, The Beatles e... scusate se è poco!
Buon ascolto.


giovedì 9 ottobre 2008

CIRCONFERENZE


C'è un'ombra che proietta
un Uomo verso il sole
tra il passaggio e le aiuole

Un sole cattivo
per un morto ammazzato
prima d'essere nato

Ucciso tra i fiori di Maggio
in un pomeriggio di attese
di tutto il paese

Un'ombra e un passaggio -
di un morto mai nato -
nel sole di Maggio


(2005, nel mese dei fiori...)

mercoledì 8 ottobre 2008

TU LO SAI (guga-slim)




Se piego le ginocchia
suonano le campane
amore – fa la neve
ho freddo e tanta fame

Sai? – le campane suonano a martello
e fa la neve sotto il mio mantello

Io prego tutto il giorno
coi diavoli nel cuore
amore – sento un fuoco
che gela il mio dolore

Io vivo con i diavoli a castello
tu lo sai! – con l’ardore del fanciullo

C’è un’anima nel tempo
che insegue il mio passato
amore – vedo il cielo
un tetto rovesciato

Il passato ha le vele di un vascello
è un fantasma – lo sai – l'ultimo ballo

In sogno le mie braccia
si fondono alla pietra
amore – l’orologio
ha le sfere all’indietro

Nella pietra si scioglie il mio fardello
il giorno è acqua di mare di ruscello

Se piego le ginocchia
suonano le campane
amore - fa la neve
ho freddo e tanta fame

Sai? - Le campane suonano a martello
e fa la neve sotto il mio mantello

RITORNI


Di corsa attraversare
lo spazio di un addio
per non lasciare neanche
l'impronta di un bacio

Siamo andati una mattina
di spartiti musicali
con le canzoni del cuore
in accordi d'asfalto

Per tornare dove i giorni
allo specchio deformante
vedevano gli abiti bianchi
trasformati in sudari

(2005 Agosto)

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