Poesia in lingua e in romanesco - Musica Rock, Blues, Cantautori - Canzoni "gugaslim" Dello stesso autore consulta http://gugainbreve.blogspot.com oppure http://gucanga.blogspot.com

venerdì 28 novembre 2008

... E TI RIPENSO

























E ti ripenso – sola – sulla strada –
il bel viso dolente – che ti fermi
per contrastare il dèmone che sale
dallo stomaco agli occhi – che mi vedi

e sorridi – che ti abbraccio e mi stringi
però ti manca il fiato per parlare.
E ti ripenso – madre – solidale
coi figli che non devono sapere.

Ma il fiume è straripato – la corrente
ha nascosto il tuo cuore ai nostri occhi
e ti ripenso – viva – sul tuo letto.

E ti ripenso –spenta – ancora bella
anche se offesa dalla chemio – stanco
vecchio bambino sulle tue ginocchia.

(2008, Novembre)

domenica 23 novembre 2008

LA SPESA DE NATALE




































L’avete intesa(1) l’urtima der Nano? (2)
“Spennéte,(3) fijji, che ssi vvoi comprate
superàmo la crisi e vve sarvate
e ssarverete er popolo itajjano…”

Razza de sscemo, stronzzo cispadano!...(4)
Guarda si è ttempo de fa’ ‘ste ciciate!(5)
Che sse compràmo?... Un chilo de patate (6)
e gguarda sì che tt’ariman’i’m mano!...(7)

Lui dice bbene, che li bbarbettoni<8>
jje sòrteno de fòra(9) da ll’orecchie!...
Co’ cche ppagàmo noi: co’ le petecchie?(10)

Jje dàmo serci(11) ar posto de ddobbroni?<8>
Cambia bbattute, Bbasso de Cojjoni!,(2)
perché qqueste che ffai so’ ppropio vecchie…

(Rossopasquino 2008, Novembre)



GLOSSARIETTO E NOTE:

1. L’avete sentita…
2. Indovìnala, grillo!...
3. “Spendete, fate circolare il denaro…” è l’ultima geniale proposta del personaggio della nota 2.
4. Per i veri romani, tutto ciò che si trova al di sopra di Firenze, è “cispadano”!
5. Moine, leziosaggini, sdolcinature.
6. Un acquisto di infimo valore, ai limiti della sussistenza…
7. “… e guarda cosa ti rimane dentro il portafogli!”
8. Bigliettoni da 500 euro.
9. Gli escono.
10. Cose senza valore, centesimi di euro.
11. Sassi, pietre.



(guga)

giovedì 20 novembre 2008

TROMMA DE CULO SANITA' DDE CORPO...


Mollate,(1) Sor Maé, certe pernacchie(2)
che ‘mmanco(3) ne li tempi de ‘Duardo! (4)
Eh, sì!... Verbo sgancià(5) séte gajjardo(6)
un vero bombardiere senzza macchie…(7)

Co’ qquela voce llì fate er majjardo(8)
ma a ssentivve parlà tanti s’abbàcchieno!(9)
Er grillo sòna, le ciovette(10) gràcchieno
e vvoi tromma(11) de pelle de petardo!

Cristodeddìo!, fate certi discorzzi
che ‘mmanco(3) in ne ll’Antartico Polare
se sènteno de fa’(12) le foche e ll’orzzi!

Fijjolo mio, co’ le vostre fanfare
de bbassi schioppettanti e acuti bborzzi(13)
le notti bbujje ce le fate chiare!...(14)


Rossopasquino, 2008 Novembre


GLOSSARIETTO E NOTE:

1. Emettete.
2. Peti, Scorregge.
3. Neanche, nemmeno.
4. Eduardo De Filippo, il grande commediografo, attore e regista napoletano che rese celebre il “pernacchio” nel famoso film a episodi “L’oro di Napoli”:



5. In quanto allo sganciare (vedi nota 1).
6. Gagliardo, forte, efficace.
7. Un po’ sulla falsariga di “Cavaliere senza macchia e senza paura”!
8. Il maliardo, il fine dicitore (ovviamente inteso con sarcasmo…).
9. Si deprimono, vanno in sofferenza.
10. Le civette, ma forse il parlante voleva dire i corvi…
11. Tromba.
12. Si sentono fare da…
13. Bolsi, loffi.
13. Verso "montaliano" dalla poesia VALMORBIA: "Le notti lunghe erano tutte un'alba..."

(guga)

mercoledì 19 novembre 2008

LA FACCIA NASCOSTA DELLA LUNA


il Dolore per Voi è un'esercizio
di riscaldamento
pura teoria
nella Vostra Poesia
dura il Tormento

ma il Dotto Esperimento
non ha il vomito nei pantaloni
nè croste tra le dita
l'Acuta Partitura
non è sporca di sangue
non odora di urina

le Vostre Stanze sono sterili
perle incontaminate
camere operatorie
inattivate

i miei endecasillabi
hanno combattuto malattie
sconosciute

hanno sfilato cateteri
inserito sonde
tamponato emorragie
intubato moribondi

i miei sonetti hanno la febbre
che non recede
il cuore che cede
in un ruggito
respirano l'ossigeno
del giorno sfinito

i miei distici sono rotaie
che puntano dritte all'inferno
le Vostre Poesie non valgono
le siringhe sprecate
per iniettarle all'eterno

(da "DISANCORATO", 1991)

lunedì 17 novembre 2008

NON TI PERDONERO'... (slim-guga-slim)

Perché ho scritto questa canzone?
Sono sempre stato affascinato dalla figura del Cristo.
Del Cristo "uomo".
Non so se lui fosse davvero convinto di essere il figlio di Dio e, proprio per questo orfano di padre, emotivamente attaccato alla madre.
Quello che lui rimprovera al suo padre divino, un attimo prima di morire, non sono le sofferenze del tradimento e della crocifissione, ma il dolore straziante di Maria, le sue lacrime innocenti.
Gli dice: "Se tutto era già scritto, cosa c'entrava lei?..."
Lo implora di sollevarla dalla pena insopportabile e "... se non lo farai non ti perdonerò..."

Slim si è accostato a questo testo con rispetto maggiore del solito: ha ricamato sinfonie con l'abilità di un professionista ed ha realizzato quella che potremmo considerare la nostra "opera summa".
La sua voce è partecipe, più appassionata del solito e, ultimo ma non per importanza, il video in tema stringente con il racconto della canzone.


NON TI PERDONERO'

… e venne un fanciullo nel Tempio
e discuteva coi Saggi
ed insegnava ai sapienti del Tempio.
Nessuno sapeva da quale tribù discendesse.
“Sono il figlio di Dio – egli disse –
e un giorno sarò il vostro Re…”
Chi fosse sua madre nessuno sapeva


Da questa torre padre
Dove m’hai fatto Re
Sento piangere mia madre
Lamentarsi per me
Se tutto era già scritto
Cosa c’entrava lei?...
Io per questo delitto
Non ti perdonerò

Io ti perdono per la mia nascita
In una stalla tra gli animali
Io ti perdono per la mia crescita
Con pochi giochi e troppi ideali
Io ti perdono per i miracoli
Che mi hanno fatto presto profeta
Io ti perdono per i miei anni
Passati vergini senza una donna

Però tu libera
Lei dal dolore
Restituisci
Pace al suo cuore
Non farla urlare
Ai miei ginocchi
Riporta il cielo
Dentro i suoi occhi

Io ti perdono il sacrificio
I Farisei e i falsi amici
Io ti perdono il campo di ulivi
I falsi morti e i falsi vivi
Io ti perdono il mio destino
Fatto di sputi di sangue e spine
Io ti perdono per questa croce
Per queste labbra senza più voce

Però tu libera
Lei dal dolore
Restituisci
Pace al suo cuore
Non farla urlare
Ai miei ginocchi
Riporta il cielo
Dentro i suoi occhi

Se questa folla padre
Che m’ha chiamato re
Mette in croce mia madre
Mettendo in croce me
Tu ferma quelle mani
Che colpiscono lei
E se non lo farai
Non ti perdonerò


(guga)

giovedì 13 novembre 2008

A IGGNUNO ER ZZUO E 'R LUPO A LE PECORE..(1).


U'm mijjone de profughi?... Er Ruanna?!...
Ma 'sto Ruanna qqui, ddov'arimane?...(2)
Nu' mme di' che nun cianno 'm po' dde pane!
Ma in qquer Ppaese llì, chi cce commanna?...

Oh!, nun zze ne pò ppiù dde 'sta condanna
ch'accenni quer televisore cane
e ppe' ggiorni, che ddico: settimane!,
dovunque vedi ggente che sse scanna...

Pòracci!, me dispiace... Ma nnoi puro
ce n'avèmo de cazzi:(3) le mancanze,(4)
la macchina, la casa, le vacanze:

da sbatte' la capoccia (5) addoss'ar muro!
Antro che ppròfughi!... Antro che ffame!...
Ce ll'hanno, loro, 'sto Govern'infame?!... (6)


(Rossopasquino, 04/11/96)

GLOSSARIETTO E NOTE:

1. Proverbio: ad ognuno il suo destino...
2. Dove si trova, in quale parte del mondo?...
3. Ne abbiamo di problemi!...
4. Le sospette gravidanze.
5. La testa.
6. L'A. non ricorda chi ci fosse al governo del Paese in quell'inizio di Novembre del 1996, ma ciò non inficia in alcun modo il dramma della situazione denunciata nello sproloquio del soggetto parlante nel sonetto...


mercoledì 12 novembre 2008

EPPURE GRAFFIAVA (Pierangelo BERTOLI: un grande troppo presto dimenticato)

La vita non è stata tenera nei confronti di Pierangelo Bertoli: il cantautore emiliano, costretto sulla seggiola a rotelle, ha comunque reagito con un coraggio che lo ha portato a conquistare il cuore di milioni di persone di tutte le età e condizioni sociali.
Ma, soprattutto, dei giovani e degli sfruttati, dei più poveri, di coloro che non hanno mai avuto diritti e, in qualche caso, dolorosamente, neanche doveri...
Le sue canzoni non sono mai banali: dure e poetiche, prendono di petto il problema e lo sbattono in faccia agli ascoltatori e chi non vuol capire si rivolga pure alla disco-music o alle melense canzoncine dei vari festival che infestano la penisola.
La sua voce melodiosa e potente provoca forti emozioni, il suo sound che svaria dalla ballata classica al rock più duro è moderno e trascinante.
Se lo sono dimenticato tutti, come non fosse mai passato sulla scena musicale italiana.
Per quanto mi riguarda lo colloco all'altezza dei De André, dei Battisti, dei Guccini, dei De Gregori e lo voglio riproporre in alcune delle sue canzoni più note:

IL PESCATORE


EPPURE SOFFIA


IL CENTRO DEL FIUME


CACCIA ALLA VOLPE


ROSSO COLORE


(I video sono tratti da YouTube, il curatore è mosso soltanto dal grande amore per l'artista: se involontariamente è incappato in qualche infrazione con la SIAE è pronto a fare ammenda e scusarsi con i legittimi eredi)

guga

martedì 11 novembre 2008

SORELLE D'ITALIA

Le altissime slave
che le nostre donne – condannate
ad essere mogli – odiano
sottovoce.

Le piccole filippine – che la mattina
della domenica – cattoliche formichine –
affollano il sagrato.

Le misteriose cinesi –
gli antichi sorrisi lasciati lontano –
e il loro italiano
appreso in un pugno di giorni.

Le grandi donne africane – vestite
di povertà e di fierezza – svestite puttane
nel nome del VooDoo.

Saranno le Madri
di un altro Paese.




(2008, Novembre)

venerdì 7 novembre 2008

SIGARETTE (slim-guga-slim) - il Video


SIGARETTE

Vivi attaccato ad un filo di fumo
bussi al tuo cuore non apre nessuno
però lo sai che qualcuno ti aspetta
ti siedi ad accendi la tua sigaretta

Esportazioni e minerva
stasera mi butto sull'erba
certo mi sparo una canna
e poi "Vaffanculo Susanna!..."


Biondo castano vestita di bianco
è tanto tempo che gioco e non vinco
però la fortuna è lì che mi aspetta
mi siedo ed accendo la mia sigaretta

Pacchetto duro con filtro
che oggi mi sento già un altro
sento ch'è un giorno felice
per cui "Vaffanculo Beatrice!..."


Quattro boccate e ti bruci le dita
quattro domande e ti bruci la vita
però lo sai che la vita ti aspetta
ti siedi ed accendi la tua sigaretta

La macchinetta infernale
si frega il resto e non vale
pagarle €uro cinquanta
per cui "Vaffanculo Samantha!..."


La nicotina ingiallisce la mano
ormai la notte dipinge il mattino
però in qualche posto qualcuno ti aspetta
mentre dai fuoco alla tua sigaretta

Con il pacchetto già vuoto
ti senti come un neonato
che succhia un seno deserto
per cui "Vaffanculo anche Alberto!..."




(guga)

SENZA PESO


Le ali che si agitavano erano solo del mare:
seppe – il gabbiano – che non avrebbe potuto volare

in quel mattino di vento. Sorpreso
planò sulla sabbia arruffata – un momento
d’amore negato – oppure sospeso.

E vide le barche lottare con braccia di sale –
sentì nelle orecchie il maestrale – negli occhi
e nel cuore gli scrocchi di fumo dell’onda
impennata – saltò sulla sponda di un nuovo coraggio.

Si rituffò nell’oltraggio del cielo
e fu senza peso.


(Aprile 2004)

MA 'STA CRISI, CHE D'E'?...


(Nell’anno 1998, in meno di dieci giorni, dal 13 al 22 Ottobre, si consumò uno dei più grossi misfatti della politica italiana: il primo Governo Prodi, giunto ad un punto di insostenibile frizione con Rifondazione Comunista, andò in minoranza a causa della sfiducia votata in Parlamento dai rappresentanti del Partito di Fausto Bertinotti, insoddisfattissimo alleato “atipico” del Primo Ministro bolognese.
C’erano, nelle intenzioni di Bertinotti, nuove elezioni e l’occasione di contrattare una nuova alleanza con la possibile nuova maggioranza di Centrosinistra che sarebbe scaturita dalla consultazione elettorale.
Ma aveva fatto i conti senza l’oste!
E l’oste rispondeva al nome di Massimo D’Alema e lo stato maggiore del PDS che, con un vero colpo da corsari della politica, fecero un accordo brevi manu con Francesco Cossiga, Umberto Bossi e i dissidenti di Rifondazione, Armando Cossutta e Oliviero Diliberto, fecero fuori l’inviso Professore bolognese padre dell’Ulivo e portarono il Baffetto di Gallipoli alla Presidenza del Consiglio, con grande scorno, per opposti motivi, del Comandante Fausto Bertinotti e dei caporioni del Popolo delle Libertà, Silvio Berlusconi in testa.
L’irriverente Rossopasquino raccontò, a modo suo, tutto questo minestrone di tradimenti, imbrogli e ipocrisie che ottennero l’unico scopo, a tre anni di distanza, di rendere praticamente imbattibile il Centrodestra…)



1.
A la faccia der torzzo de Kossutta
e dder bbojja ‘Liviero Dilibberto,
er Governo è ccascato a cculo aperto
senzz’arivà, pperdìo!, ‘manco a la frutta:
“Nu’ mme diverto ppiù, nu’ mme diverto…”
jj’ha ddetto Bbertinotti a la combutta
de ggentajja bbuciarda e ffarabbutta,
“perciò vve llevo er certo pe’ ll’incerto!…”

Nun ve dico li zzompi der Bberlusca!…
Nun ve dico li pianti de D’Alema!!…
Nun ve dico li schizzi de la crema
der Polo, stufo marcio a ‘nghiottì ccrusca!!!
Che llaggne, che stornelli, che ppoèma:
“Ma ttu gguarda che sscemo!… Che cciabbusca?…”
E ttutti a ddajje ggiù dde strijja e bbrusca…
Tutti quanti cor ggroppo o ccor patèma!

Intanto Mastro Fausto, perzzuaso
d’avè ffatto ‘na mossa malandrina,
nemmeno se li caca!… Stammatina
jj’ha ffatto: “Invece de sta a storce er naso,
guardate ‘m po’ si nun ve pare ‘r caso
de fa ‘na Finanzziaria più ppaina…”

Fiato spregato!… Demosinistrati,
Demopapponi, Verdi, Griggi e Rosa
se prepareno a ffà ttutt’antra cosa,
‘sti rottinculo, maggnafreggna nati:
zzàppeno l’orto inzzieme co’ li frati
de Padre Kekko!… “E Pprodi?…” “S’ariposa!…”

13/10/1998


2.
Quelli che hanno sarvato mezza faccia
so’ stati solo Bbertinotti e Pprodi
che hanno saputo ssciojje ‘m po’ dde nodi
e ‘r giorn’appresso nun zzo’ iti a ccaccia:
Kossutta ha preso er pane pe’ ffocaccia,
Dilibberto s’è appeso co’ li chiodi,
Marini ha ‘ncominciato a ffà le frodi
co’ Kossiga e Dd’Alema jje le spaccia…

Pe’ nu’m parlà ppoi de ll’Opposizzione!
L’avete visto Pescelesso Fini
pe’ mmano a qquer croccante de Casini
fà ffesta inzzieme ar Nano Sberluffone?
L’àte svagato Bbruno er Vespillone
a ggiocà co’ li soliti paìni,
nani, streghe, kapò, finti bburini,
a bbocch’uperte a la Televisione?!…

Adesso Padre Oscar’er Pretazzo,
che jj’hanno messo la patata i’mmano,
la ggira e la riggira piano piano
puro si er Polo jje sta a rompe’ ‘r cazzo:
“De soluzzioni – dice – ce n’ho ‘m mazzo,
pevciò nu’ state a ffà tvoppo bbaccano…”

De elezzioni nemmeno se discute!
Dice: “Io so’ contvavio pe’ nnatuva
a ‘ntevvompe ‘n’antva leggislatuva:
dunque bbò’m pvo vve facci e a la salute!…”
Inzzomma, o sso’ vveleni o sso’ ccicute,
quattro stronzzate e ppassa la paura!…

14/10/1998


3.
Contrordine, Compaggni!… Don Romano,
che a ssentillo pareva Don Chissciotte,
s’è mmesso a vvenne provole e ccaciotte,
più bbuciardo der Bullo Cispadano…
Dice: “Vabbè… Si pposso dà ‘na mano…
Quarche pporpetta me la devo iggnotte,
co’ ttutti ‘sti gran fijji de miggnotte
pronti a ‘ggnottisse er Popolo Italiano…”

S’è llassato convince’ dar Pretazzo
a ssentisse co Kkekko er Gradiatore
onne pe’ ccui la quale er Zzenatore
jje po’ risorve’ ppiù dde ‘n inbarazzo!
Siconno me, nu’ jj’arisorve ‘n cazzo,
quer zzardeggnolo de ‘m picconatore:
ar massimo farà ‘m po’ de rumore
pe’ straformà in casino lo schiamazzo!…

Però, intanto, Kossutta er Ciriolone
pare che sse sii reso disponibbile,
robba che ‘mmanco Farisei e Scribbi
a li tempi de ‘Rode e dde Nerone!
Ma che ccazzo ciavrà drent’ar cestone,
er Zzor Armanno, pe’ ffà ll’incredibbile?…

A ddestra strilli pianti ed arti guai
risòneno pe’ ll’aria… Sberluffone,
rosso’ncazzato come ‘m peperone
dice a Kkossiga: “Ma ‘ndo’ cazzo vai?!…
Possibbile che nun cciazzecchi mai??…
Perché ssarvi le chiappe ar Balanzone??!…”

15/10/1998


4.
Da Kossiga a Kossutta, pe’ Dd’Alema!…
A Pprodi jj’hanno dato lo scaccione:
jj’hanno fatto subbì ‘n’umijjazzione
che jj’è vvenuto ppiù de quarch’ezzèma!
A ddestra stann’a ffà ‘n antro poema:
er Bambolotto, er Nano Sberluffone,
Mussofini, Minkiù, l’Omo Cannone
assatanati a ccriticà er zzistema…

Che fijjo de ‘na vacca, quer Pretazzo!
Jj’aveva detto: “Bbelli, ggnente cvisi:
io ve vojjo tvanquilli, no ddivisi,
vojjo tutti che state dvent’a’m mazzo!…
L’elezzioni?… Chi vve le dà?!… Fvaccazzo!!
Io, fva sei mesi, possiat’esse’ accisi!,
me ne vojjo annà vvia fva li sovisi
e nno appeso a la gola pe’ vvampazzo…”

So’ ffinite le Messe a Ssan Gregorio:
er Gradiatore co li Communisti,
li Kossuttiani co’ li Pidduisti
tutt’in fila, com’appress’ar mortorio,
hanno fatto er più grosso Conciastorio
de frégoli, ggirelle e straformisti!

E ‘r popolo, che ffà?… Se ne strafrega:
fra Supergolli e Ssuperenalotti,
fra scuregge e ppernacchie, fa li bbotti
fottennosene assai de ‘st’antra bbega!
Che ffaccio io?… Me sto a sparà ‘na sega
inzzieme cor Compaggno Bbertinotti!…

20/10/1998


5. KOSSI-KOSSU UNO

Che fijjo de ‘na caggna, quer Bbaffetto!
Quann’ha ddovuto sscejje, cazzo!, ha sscerto
er Compaggno ‘Liviero Dilibberto
Ministro de Ggiustizzia… Bbell’effetto!
Uno penza: “’Stavorta, quer Nanetto
de ‘n Zzerpentone sta ‘m pochetto aperto
che nun ce serve mànica d’esperto
pe’ ccapì che jje sgareno ‘r culetto!”

Infatti er Cavajjere Sberluffone
strilla come ‘n ossesso: “Truffa!.. Truffa!!…
E’ ‘n Governo fantasma: sa de muffa!
Jje faremo ‘m ber po’ dd’opposizzione!…”
Dice che pprima de la votazzione
er Polo farà ttanta de bbaruffa
che ‘r zzangue lo vedranno score auffa
in Zzenato, a la Cammera e… ‘m barcone!

Siconno me se sta a sgolà ppe’ ggnente:
a Dd’alema e Kossutta ’m penzzierino
pe’ mannà a ffasse fotte er malandrino
nu’ jje passa nemmanco pe’ la mente!
‘Sto fijjo de ‘n Ghiacciolo e dde ‘n Zzerpente
seguiterà ttranquillo a ffà ‘r paìno…

Seguiterà ttranquillo a ffà li sòrdi
co’ le Tivvù e cco’ ll’Assicurazzioni,
tanto ‘sto popolo de pollacchioni
è ‘m popolo de cèchi, muti e ssordi:
se fà rosicà ‘r còre da ll’ingordi
e a li ladri li mette su li troni...

22/10/1998



(Note):
ER CIRIOLONE,
ER ZZOR ARMANNO,
KOSSUTTA: Armando Cossutta, fondatore dei rifondatori.

‘LIVIERO DILIBBERTO: Oliviero Diliberto, rifondatore scissionista.

BERLUSCA,
CAVAJJERE SBERLUFFONE,
NANETTO,
NANO SBERLUFFONE
SBERLUFFONE
SERPENTONE: Silvio Berlusconi, leader dell’Opposizione di Centrodestra.

MASTRO FAUSTO: Fausto Bertinotti, Segretario Di Rifondazione Comunista.

ER GRADIATORE,
ER ZZENATORE,
KEKKO ER GRADIATORE,
PADRE KEKKO: Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica.

MUSSOFINI,
PESSCELESSO FINI: Gianfranco Fini, Presidente di Alleanza Nazionale.

BRUNO ER VESPILLONE: Bruno Vespa, Presidente della Terza Camera del Parlamento Italiano, la trasmissione TV “Porta a porta”.

ER PRETAZZO,
PADRE OSCAR: Oscar Luigi Scalfaro, Presidente della Repubblica.

BALANZONE,
DON ROMANO: Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri.

BULLO CISPADANO: Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord.

BAMBOLOTTO: Pier Ferdinando Casini.

OMO CANNONE: Giuliano Ferrara, Direttore del “Foglio”.

KOSSI-KOSSU: Il Governo D’Alema, sostenuto dagli “uomini d’onore” Cossiga e Cossutta.

BAFFETTO: Massimo D’Alema, neo Presidente del Consiglio, pugnalatore a tradimento del Presidente Prodi.

domenica 2 novembre 2008

GENESI


Il primo giorno Dio creò i Poeti
il secondo giorno la notte

E poi ancora la notte
e poi ancora la notte
e poi ancora la notte
e poi ancora la notte

Il settimo giorno morì

Sono stati i Poeti ad uccidere Dio?
Sono stati i Poeti a incendiare la notte!

sabato 1 novembre 2008

ARACNOFOBIA


i pantografi sollevati sull’ansia
delle correnti

il sibilo dell’elica
ritmo sulle rotaie

avamposti nella tempesta

non di altezzosi parafulmini
o catene di pioggia
dall’àncora alla prua

non di vagoni che ingoiano
il mare
o vele
che strappano il vento

ma di sirene
di fili di seta
che fissano alla tela il passeggero


(da POESIE DELLA PENOMBRA, 2008 Marzo)

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