Poesia in lingua e in romanesco - Musica Rock, Blues, Cantautori - Canzoni "gugaslim" Dello stesso autore consulta http://gugainbreve.blogspot.com oppure http://gucanga.blogspot.com

martedì 30 dicembre 2008

CE VÒLE AMORE...


CE VÒLE AMORE…

… e ffàtejjelo fa', porcacciozzio! (1)
Che ssarebbe tutta ‘st’ostinazzione
che ‘ggni ggiorno sòrte fòra ‘n cojjone
che ddice: “S’ha da fa’ come dich’io?...”

Tutti quanti a pparlà in nome de Ddio,
tutti a ll’ombra der Zzagro Cuppolone, (2)
tutti quanti coperti i’m pricissione
a ll’ordini der Krukko (3) viceddìo…

… e a ggnisuno jje frega ch’Eluana (4)
so’ gguasi quinnici’anni ormai ch’è mmorta
e cche ‘r padre jje vòle oprì la porta

pe’ ddajje pace… Tutta ‘sta bburiana,
tutti ‘n coro, contro ‘n atto d’amore
che cchi lo fa se se strapperebbe ‘r còre… (5)

Rossopasquino, Dicembre 2008


GLOSSARIETTO E NOTE:
1. Eufemismo per evitare di pronunciare una brutta bestemmia.
2. La cupola di S. Pietro, per antonomasia lo Stato Vaticano.
3. Il Pontefice dei Cristiani, Benedetto XVI, Josef Ratzinger.
4. Eluana Englaro.
5. Non può esistere un genitore che non sia disposto all’estremo sacrificio piuttosto che uccidere un figlio.


(TRADUZIONE PER I NON ROMANI)

… e permettetele di morire, porcacciozzìo!
Cosa significa tutta questa ostinazione
per la quale ogni giorno spunta un babbeo
che sostiene: “Si deve fare come dico io?...”

Tutti a parlare nel nome di Dio,
tutti all’ombra del Sacro Cupolone,
allineati e coperti in processione
agli ordini del Tedesco, vicario di Dio…

… e non interessa a nessuno che Eluana
è morta ormai da quindici anni
e che il padre vuole aprire la porta

che le dia finalmente pace… Tutto questo chiasso,
tutti in coro, contro un atto d’amore
che chi lo compie si strapperebbe il cuore…



(guga)

domenica 28 dicembre 2008

A CCHI TTOCCA NUN ZZE 'NGRUGGNA!...


A CCHI TTOCCA NUN ZZE ‘NGRUGGNA! (*)

Fussi pe’ mme, lleoni, tigri, squali,
croccodilli, orzzi bbianchi e sserpentacci
tutti quanti annerebbero pe’ stracci: (1)
li farìa tutti fòra tal’e qquali… (2)

Dice: (3) ma ttu sei contro l’animali!
Dico: ma qquesti qqui sso’ animalacci!...
Dice: ammazzalli tutti?!... Poveracci!
Dico: è ccome accoppà li criminali…

Te pare a tte cche ll’Omo, ch’è ‘r padrone
der cèlo e dde la tèra ha dda fa’ ‘r pranzo
de ‘ste bestiacce, manco fussi u’m manzo?...

Te piace a tte èsse’ cena e ccolazzione?...
A mme nno!... E pperciò ttajja ch’è rosso: (4)
l’ammazzàmo e sse li mettémo addosso! (5)

Rossopasquino, Dicembre 2008


GLOSSARIETTO E NOTE:
(*) TITOLO: Noto proverbio: in questo caso si potrebbe tradurre con “Ognuno deve accettare il poprio destino”…
1. Se la passerebbero molto male.
2. Alla stessa maniera.
3. L’alternarsi di “Dico” e “Dice” è il tipico intercalare del romano che racconta come si è sviluppato un dialogo.
4. Traslato dal richiamo dei venditori di angurie che magnificano la qualità del prodotto che vendono nelle loro tipiche ed attrezzate bancarelle.
5. Questo è, probabilmente, l’unico vero motivo per cui il soggetto recitante vorrebbe eliminare tutti gli animali che ha nominato: farne indumenti da vendere a prezzi iperbolici…



TRADUZIONE PER I NON ROMANI:

Dipendesse da me, leoni, tigri, squali,
coccodrilli, orsi bianchi e serpentacci
se la passerebbero tutti molto male:
li ucciderei tutti senza eccezioni…

Dice: “Ma tu sei contro gli animali?”
Dico: “Ma questi sono animalacci!...”
Dice: “Ucciderli tutti?!... Poveracci!...”
Dico: “Sarebbe come sopprimere dei criminali…”

Ma ti sembra giusto che l’Uomo, che è il padrone
del cielo e della terra, debba costituire il pranzo
di queste bestiacce, come se fosse carne di manzo?...

Avresti piacere, tu, ad essere considerato cena o colazione?
Io no!... Perciò li faccio fuori senza esitazioni
e li indosso una volta trasformati in scarpe o pellicce!

(guga)

venerdì 26 dicembre 2008

TREDICI BBONI MOTIVI...


TREDICI BBONI MOTIVI... (*)

Ce lo so (1) che la ggente è ‘m po’ ppiù bbòna
quanno che ssò’ (2) le Feste de Natale
e sso ppuro (3) che ssi jje fai der male
c’è ppiù speranzza, c’è, cche tte perdona…

Però ‘na cosa, a mme, che nu’ mme sòna (4)
è dde scammià (5) lo zzucchero pe’ ‘r zzale:
si uno tutto l’anno è ‘n criminale
nun addiventà (6) ‘na bbrava perzzona!

Pijjamo (7) er commerciante: tutto l’anno
ce fa ‘m bucio de culo come ‘n zzecchio, <8>
ce maggna ‘r còre (9) come ‘n zzanto vecchio (10)

e ‘ggni ggiorno ciaggionta (11) danni a ddanno:
ma ddar venti Dicembre a Ccapo d’anno (12)
ce vòle bbene… e cce ne vò pparecchio!...

Rossopasquino, Dicembre 2008


GLOSSARIETTO E NOTE:

TITOLO: Avranno a che fare con la… tredicesima?
1. Lo so (il “ce” è pleonastico).
2. Quando sono (anche in questo caso il “che” è soltanto l’imbottitura del panino!)…
3. Pure, anche.
4. Che non mi torna; sulla quale non sono d’accordo.
5. Scambiare.
6. Non diventa.
7. Prendiamo ad esempio.
8. Ci massacra; ce ne combina di tutti i colori.
9. Ci provoca grossi danni, anche psicologici…
10. In sommo grado, senza alcuna pietà.
11. Unisce.
12. Periodo dell’anno di allegro sperpero delle tredicesime!

(guga)

giovedì 25 dicembre 2008

GESU' BAMBINA


Si chiamava Silvia.

Il resto è un grido
incagliato alla gola della madre.

Non avevano lacrime
per sopire il dolore.

Stella Cometa
crocifissa alla boccola dell'ossigeno
a due anni
il ventiquattro dicembre.


(Natale 1969)

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Ospedale S. Eugenio di Roma:
una tenera bimba gravemente ustionata,
un giovane infermiere impotente
scarso di tecnica poetica
ma gigante di sentimenti.

(guga)

domenica 21 dicembre 2008

COME IN UN FILM DI ALMODOVAR

Scena I
(In croci)

La generosità motorizzata
nelle file ai semafori - il disprezzo
raschiato via dal parabrezza - il duro
approccio dell'Africa
alle propaggini dell'Europa


Scena II
(Pausa)


Te ne stai lì
fermo sul pianerottolo
venditore di libri
dall'indice fratturato

indeciso

se far trillare il campanello
o urlare il tuo dolore
al condominio


Scena III
(Geometrie)


La vita è una leggera
curvatura lungo la linea
piatta dell'infinito
non essere


Scena IV
(Fashion female)


Non seppe mai d'essere
nuda

finché un giorno
esplose le sue curve
in un vestito di Armani

(guga, ULTIMO QUARTO", 2002 gennaio)

martedì 16 dicembre 2008

LE STELLE LE STRISCE GLI EROI


Disarcionati ancora
dal cuore dell’Eroe

Una lisca sospesa
nella gola
un assalto di rovi
nell’attesa

Un capestro
di idee

Il tappeto di fiamme
sotto i piedi

Gli zoccoli di fuoco

Nella vuota cornice
della storia
le lune le croci
le strisce le stelle

Chi
ha bisogno di Eroi?...

(guga, 2008 Marzo)

venerdì 12 dicembre 2008

COME ME SONI TE CANTO!...


COME ME SONI TE CANTO! (*)

Avete sempre detto peste e ccorna (1)
de quelli che nun voteno pe’ vvoi
e adesso ve mettete a ffa’ ‘r cau-bboi (2)
pe’ qquarche cconticino che nun torna?!...

Si, lo so che Zzi’ Pietro (3) ormai ve sforna (4)
quattro paggnotte ar giorno (5), ma cche vvòi?: (6)
a ddìlla chiara chiara (7) tra dde noi
nun zze po’ ddì <8> che ssii ‘na cosa ssciorna! (9)

Ditejje (10) a qqueli quattro monnezzari (11)
che vve difènneno (12)‘n televisione
che sse ne vàdino a mmaggnà ‘r zzapone (13)

e a rilèggese li vocabbolari!
Perché l’offesa, caro Sor Bisscione (14)
l’àte (15) ‘nventata voi… e mmò stàmo pari! (16)

(Rossopasquino 2008, Dicembre)



GLOSSARIETTO E NOTE:
(*) Proverbio: Mi adeguo al tuo modo di agire!

1. Parlare nel peggior modo possibile di qualcuno o qualcosa, infarcendo il discorso di offese e improperi.
2. Vi mettete sul piede di guerra.
3. L’On. Antonio Di Pietro, protagonista di Mani Pulite, Segretario Nazionale dell’Italia dei Valori, personaggio molto inviso ai mammasantissima del Popolo delle Libertà.
4. Vi tira fuori, vi sbatte in faccia.
5. Un’infinità di cose spiacevoli ogni giorno.
6. Che ci vuoi fare?!... E’ la logica conseguenza di un vostro precedente comportamento al di fuori delle regole…
7. A parlare sinceramente.
8. Non si può dire.
9. Che siano tutte sciocchezze, stupidaggini.
10. Dite.
11. A quegli esseri insignificanti e repellenti.
12. Vi difendono (sempre e comunque…)
13. Invito rivolto a chi le spara grosse, raccontando cose incredibili, fandonie, fanfaronate e simili
14. Indovìnala, grillo!...
15. L’avete.
16. E adesso abbiamo pareggiato il conto!


(guga)

giovedì 11 dicembre 2008

SURSUM CORDA (gugaslim)




A chi trattiene il pianto perché l’uomo non piange
A chi si cura l’anima nel Tevere o nel Gange
A chi paga i suoi debiti lavandoli nel sangue
A chi non deve chiedere perché ha le gambe lunghe

A chi chiede perdono perché non trova il pane
A chi ha comprato un gatto e abbandonato il cane
A chi smaila le le labbra che neanche un pescecane
A chi sorride ambiguo alla parola “pene”

A questi tutti questi
A questa gente sorda
Io dico a tutti questi
“Compratevi una corda!”

A questa tutta questa
Questa gente di merda
Regalo il mio consiglio
“Compratevi una corda!”

Un po’ di coraggio
Un po’ di sapone
E un po’ d’emozione
per l’ultimo viaggio


A chi urla da Roma ch’è tempo di pentirsi
A chi nasconde il sole nei pacchi natalizi
A chi ama le donne soltanto l’otto marzo
A chi veste di nero per essere più smilzo

A chi non vede niente più in là del proprio naso
A chi vende parole cadute dal ginnasio
A chi trova un amico quando si sente appeso
A chi si gioca il 13 fuori da nove mesi

A questi tutti questi
A questa gente sorda
Io dico a tutti questi
“Compratevi una corda!”

A questa tutta questa
Questa gente di merda
Regalo il mio consiglio
“Compratevi una corda!”

Un po’ di coraggio
Un gancio un banchetto
E con un calcetto
Affronti il tuo viaggio

(2005)

sabato 6 dicembre 2008

CORO MUTO


È il silenzio il destino dei Poeti –
non canti di vittoria – non peana
trionfali – né lamento per i passi
trascinati nel golgota dei giorni.

Allo squillo orgoglioso degli ottoni
di guerra – all’urlo gutturale nato
e morto con l’Eroe – sordo è il Poeta
chiuso nella corazza del non detto.

Altri diranno – altri canteranno
lodi e condanne – con le frasi arse
dall’amore e dall’odio – ma il Poeta

con i suoi fogli bianchi dentro il cuore
muto negli occhi – muto nella mente –
è inchiodato a una croce di parole.



(guga - 2008 Dicembre)

venerdì 5 dicembre 2008

I.N.R.I.



Quando
è croce ogni fusto
ogni allodola un chiodo
e martello ogni frutto

Quando il Poeta –
il Giusto –
si addentra nel bosco


(da "POESIE DELLA PENOMBRA", marzo 2007)

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